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TRE DISASTRI
Il gioco d’azzardo nuoce gravemente alla salute mentale (del capo del governo) e del portafoglio (nostro).
A pochi giorni dal referendum, si inizia a capire meglio il danno, potenzialmente devastante, prodotto da questi due anni di folle corsa in tondo, operata dal logorroico di Rignano.
Il tutto può essere riassunto in tre punti fondamentali:
- una legge elettorale pensata come se la riforma costituzionale fosse cosa fatta
- la distruzione delle province come se la riforma costituzionale fosse cosa fatta
- il riaccentramento delle politiche attive del lavoro, sottratto alle regioni, con la creazione di un’agenzia ad hoc, come l’Anpal, come se la riforma costituzionale fosse cosa fatta
In pratica il governo Renzi, invece di fare delle leggi ordinarie che rispettassero la Costituzione, ha cercato di ridisegnare, a posteriori, una Costituzione che si adattasse a queste. Vera democrazia, no?
Il risultato è che
- non possiamo andare a votare se non uniformano la legge elettorale di Camera e Senato
- le Province non sono abolite ma non hanno né soldi né personale e nessuna funzione può essere trasferita ad altri enti
- è stata creata l’ennesima agenzia inutile (o non dovevano abolire il Cnel?)

Domandina scomoda a Mattarella: perché ha firmato delle leggi in palese contrasto con la Costituzione vigente? O che comunque presentavano il rischio enorme di inapplicabilità in caso di bocciatura referendaria della riforma costituzionale?
Rispostina stronza del direttore: perché lui è quel giudice costituzionale che ha detto che il parlamento era illecito e poi si è fatto eleggere e vive e regna nell’unità dello Spirito Santo: Renzi-Boschi-Napolitano (lo ha anche fatto chiamare per consultarlo sulle dimissioni di Renzi: ma Napolitano non dovrebbe essere processato per attentato alla Costituzione [3 governi non eletti] invece di prendere 900mila € di pensione dei nostri quattrini?).
E UNA FREGATURA
Ma c’è pure una fregatura incombente sul nostro, tanto per cambiare, portafoglio.
Mps dopo il referendum ha iniziato a volare in borsa. A dirla tutta, i mercati se ne sono bellamente fregati del referendum italiano (così come del resto se ne fregano di Trump e della Brexit, tanto è che il Down Jones registra oggi l’undicesimo massimo storico infranto dall’elezione di Trump… ne riparleremo) e anche oggi la borsa italiana sale con le banche che tirano la volata.
Perché? Perché dopo aver usato anche Mps per spaventare gli italiani, legando l’aumento di capitale al destino del referendum, ora Renzi deve cedere il passo e si fa largo l’ipotesi che Mps venga salvata dallo Stato, cioè da noi (ovviamente passando dalle forche caudine della Burden Sharing).

Ovvero, il Pci prima e il Pd oggi ne hanno fatto per decenni il loro bancomat e adesso chiamano noi a pagare le loro follie.
A tale proposito si fanno sempre più insistenti i rumors che vogliono l’Italia a chiedere l’aiuto del fondo salva stati Esm per intervenire su tutte le situazioni pre fallimentari, e ormai sono molte, che vedono coinvolte le nostre banche.
La Spagna, l’Irlanda e il Portogallo chiesero tale intervento già nel 2012 e oggi sono fuori dai guai. Noi all’epoca avevamo il “migliore sistema bancario del mondo” e si rifiutò con sdegno una simile ipotesi d’intervento…
Che aquile, eh?
PORGI L’ALTRA GUANCIA
La scorsa settimana il Gup di Arezzo ha prosciolto i vertici di Banca Etruria dall’accusa di aver ostacolato la vigilanza di Bankitalia: non è vero che Banca Etruria ha nascosto i propri conti agli ispettori di Visco, non è vero che ha agito in modo non conforme alle indicazioni fornite all’epoca (2012) da Bankitalia.
Visco dovrebbe dimettersi. Si dimette? Non si dimette.
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Anzi, con spirito cristiano porge l’altra guancia e il giorno dopo piglia un altro ceffone, stavolta dal Consiglio di Stato, il quale dichiara illegittima quella norma scritta in collaborazione con il governo, che permetteva alle popolari che si stanno convertendo in SpA in base alla riforma Renzi, di non rimborsare gli azionisti che non intendevano aderire alla trasformazione.
Infatti la legge prevede, in questi casi, l’obbligo di rimborso ma, in vista della trasformazione era stata scritta in Bankitalia una bella norma che di fatto evitava alle banche il rimborso.
Il Consiglio di Stato ha detto che son cose brutte, che non si fanno. Risultato: anche la necessaria trasformazione delle popolari in SpA ora è bloccata. E chi ha già fatto? Deve rimborsare e sono tanti soldini…
Visco dovrebbe dimettersi. Si dimette? Non si dimette.
ISTAT E DINTORNI
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Nel frattempo, però, sono usciti i dati Istat sul lavoro, che confermano quelli Inps: nel terzo trimestre aumenta l’occupazione degli over 50 e cala quella delle altre fasce d’età.
A tale proposito è interessante notare la correlazione tra i no espressi nel referendum e la percentuale di disoccupati per fascia d’età.
Notiamo dal grafico che la percentuale di no è molto forte nella fascia d’età a più alta disoccupazione, quella giovanile.
Per la serie, alle working class anglosassoni (quelle che hanno eletto Trump e votato Brexit) noi rispondiamo con i ragazzi disoccupati.

COME LAVORANO IN PARLAMENTO
Chiudiamo con una nota amena (si fa per dire).
Oggi veniamo a sapere che il canone Rai scende da 100 a 90 euro, la cosa è stata presentata come un provvedimento del governo in finanziaria.
Qui potete leggere come è andata davvero:
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Vabbè… Buona festa dell’Immacolata: oggi si riunisce la Bce per le decisioni di politica monetaria.
Vediamo cosa accade.
[Massimo Scalas]
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L’immagine di copertina sta girando in questi giorni sul web.