
OGGI SI VOTA in Olanda. Da ieri il Fomc (Il braccio operativo della Fed, la banca centrale americana), è riunito per decidere, stasera, un nuovo aumento dei tassi di riferimento.
Un bel miscuglio che tiene i mercati con il fiato sospeso. Ne riparleremo domani, oggi rispolveriamo una cosetta di cui si parla poco in questi giorni… le banche.
CONTO ALLA ROVESCIA

Ve le ricordate le due banche venete? Veneto Banca e Banco Popolare di Vicenza? Vi ricordate le azioni vendute a 60 euro e incenerite dalla mala gestione di Zonin (quello del vino) e Consoli? Loro… proprio loro.
Sembrava cosa fatta, la ricapitalizzazione precauzionale coi soldi vostri, ma l’Ue, per fortuna, si è messa di traverso: si rischia il bail in. La Direzione Generale per la Competizione dell’Ue, un ufficio poco conosciuto ma importante, dice che non c’è chiarezza e quindi fermi tutti.
Perché? Vediamo.
VENDESI FONTANA DI TREVI
Al Tesoro italiano viene contestata l’intenzione di ricapitalizzare le due banche fuse insieme (cosa che non è).
I funzionari Ue pensano che prima vadano fatti i test di solvibilità per ciascuna delle due banche.
Solo una volta passato il test l’Italia può chiedere il 32d, ovvero l’applicazione della Brrd e quindi la ricapitalizzazione precauzionale.
Il passaggio del test di solvibilità (o vitalità) è la precondizione per ottenere il nulla osta alla ricapitalizzazione preventiva.

Essa non è un aiuto di Stato ma un prestito temporaneo che il Tesoro fa alla banca in via precauzionale.
Ma perché questa richiesta?
Perché i test di solvibilità farebbero emergere tutte le perdite delle due banche, che al momento non sono quantificate (giocano a rimpiattino i furbetti del quartierino), subito e non a posteriori.
E questo è fondamentale, perché le attuali normative prevedono che le perdite vengano accollate, prima dell’avvio della procedura di ricapitalizzazione precauzionale, ai vecchi azionisti e obbligazionisti.
Si vuole cioè evitare che, con la ricapitalizzazione precauzionale, non si vada a ricostituire il capitale delle banche, ma semplicemente a ripianare le perdite salvando gli azionisti.
Il che risolverebbe i problemi di questi ultimi, ma non quelli delle due banche.
IL PROBLEMA DEI CONTENZIOSI
Ma perché, come sempre, abbiamo provato a fare i furbi? Perché probabilmente le due banche non sono in grado di passare il test separatamente.
Questo per una serie di motivi. Intanto si sono aperti tra clienti/azionisti e le due banche serie di contenziosi per un totale stimato di 3,6 miliardi. Soldi che andrebbero accantonati per far fronte a verdetti sfavorevoli, ma che le banche non hanno.
Il management ha proposto ai clienti un rimborso parziale del 15% pari a circa 600 milioni e, data la scarsa adesione, ha prorogato i termini al 22 marzo, e spera così di eliminare circa l’80% delle cause intentate dai clienti.
In secondo luogo ci sono le sofferenze (Nfp, non performing loan): a quanto ammontano? Di che qualità sono? Quanto possono valere? Al momento non si sa. Si può solo provare a imbastire un ragionamento.
SOFFERENZE
MACIGNO IRRISOLTO
Quello delle sofferenze è un problema che si trascina da anni nel settore bancario italiano.
Ad oggi sono 360 miliardi lordi, di questi circa il 47% è coperto da garanzie reali (non quelle immaginarie dei signori Renzi e Patuelli, che sproloquiavano di un 120%).
Si può ipotizzare che questa percentuale valga anche per le due venete.
Incerto è il valore da attribuire loro in bilancio. Valgono il 20% del valore d’origine? Il 30? Il 10? E le garanzie a copertura? Quanto valgono davvero? Perché un conto è garantire con un capannone della bassa pianura veneta, un conto è un appartamento sul Canal Grande a Venezia.
CONCLUSIONE

Quello che è sicuro è che il test di solvibilità verrà condotto secondo i parametri di base degli stress test Bce, dove si andrà a verificare il Total Capital Ratio, che è più o meno la somma del patrimonio netto e dei subordinati in carico alla banca.
E cosa succede se il test non viene passato? Accade che il Tesoro non potrà ricapitalizzare le due banche e che si andrà al bail in.
Ecco perché diventa fondamentale, per le due banche, il passaggio del risarcimento al 15% proposto ai clienti azionisti.
In caso di successo è probabile che si possa andare avanti con la ricapitalizzazione, altrimenti quegli stessi che ora rifiutano il rimborso al 15% del valore delle azioni, perderanno tutto.
[Massimo Scalas]
[Fonti: Investing.com, Sole – 24 Ore, Finanza online.com]