wonderland italy. CHI È CAUSA DEL SUO MAL…

Cargo. Un fallimento preoccupante
Cargo. Un fallimento preoccupante

TORNIAMO alle slides di Renzi. Ci torniamo ma prendendola un po’ larga e occupandoci di una di esse.

PREMESSA PLANET

Il clima internazionale è brutto sotto molti aspetti, in particolare per quanto riguarda i commerci e l’economia.

Il Ttip è quasi morto e i movimenti , contrari al libero scambio sono sempre più forti.

Pur ammettendo la presa e il fascino che esercitano sulle persone poco consapevoli, è evidente la contraddizione, per non dire altro, che gli intenti di queste organizzazioni fanno trasparire se solo ci si vuole fermare un attimo a pensare.

Propugnano, infatti, l’uscita dall’euro per favorire, tramite la svalutazione della lira che ne seguirebbe, le esportazioni. In pratica se io esporto va bene, ma se sei tu che vuoi importare da me va male.

Creiamo le nostre belle Dop e Igp per entrare nei mercati altrui, ma viva il km 0 (che tra l’altro non sarebbe mai in grado di sfamare tutti gli italiani) che per definizione non prevede i prodotti degli altri.

Per farvi capire la frenata in atto nei commerci mondiali, basta pensare che per fare arrivare un cargo da un porto asiatico a Genova ora si spende esattamente la metà rispetto a un anno fa.

Questo significa solo una cosa: che i cargo viaggiano semivuoti.

La prima diretta conseguenza è il fallimento di una delle principali compagnie cargo a livello mondiale, la coreana Hanjin Shipping, che con i suoi 150 super cargo movimenta 100 milioni di tonnellate di merci l’anno.

IL PIL E I CALCOLI SBAGLIATI DI RENZI

È sembre bene ribadire...
È sempre bene ribadire…

Ma torniamo direttamente a casa nostra e prima di andare avanti con le slides governative, riprendiamone alcune fondamentali.

La prima è il Pil che è poi quella più significativa e immediatamente comprensibile a tutti.

Il Pil del secondo trimestre fermo a 0.

Analizzando meglio il dato notiamo che la componente del commercio con l’estero, ovvero le esportazioni, è stato positivo.

Cosa è venuto a mancare? Il consumo interno. Questo fatto è molto preoccupante per alcuni motivi che tento di semplificare al massimo.

GLI ERRORI SI PAGANO CARI

In quale tipo di cacca vogliamo finire...?
In quale tipo di cacca vogliamo finire…?

Forse iniziate a capire perché sono saltato dal palo dei cargo alla frasca del Pil italiano.

In realtà in questo mondo, ormai complesso e interconnesso, è evidente che un battito di ali di una farfalla al polo nord può dare luogo ad un uragano all’equatore.

Il dato del Pil italiano è preoccupante perché, se è vero, come è vero, che i commerci internazionali sono in frenata, è presumibile che nell’ultima parte dell’anno le esportazioni non potranno dare una mano come è accaduto nel secondo trimestre.

Quel che resta di due anni di governo Renzi
Quel che resta di due anni di governo Renzi

È dunque chiaro che, in assenza di una ripresa dei consumi interni, si va verso un’ulteriore revisione al ribasso del nostro Pil annuale.

Attenzione, si dà il caso che Renzi abbia puntato tutto e giustamente, sulla ripresa dei consumi interni, buttando sul piatto, nei due anni e mezzo del suo governo, una quarantina di miliardi.

Ma lo ha fatto nel modo sbagliato, con provvedimenti di pessima qualità. Ovvero con provvedimenti a pioggia e non strutturali.

CONDIZIONE NECESSARIA E SUFFICIENTE

Cosa occorre affinché un provvedimento sia strutturale? Occorre che abbia delle coperture strutturali. Ovvero definitive, prolungate nel tempo.

Per ottenerle serve tagliare la spesa corrente, dove questa spesa è superiore alle necessità reali, recuperando produttività ed efficienza che un eccesso di spesa non solo non favorisce, ma che anzi compromette.

Il governo non lo ha fatto e non lo intende fare e quindi ha scelto di coprire i suoi provvedimenti di stimolo all’economia facendo debito aggiuntivo.

MA QUI NESSUNO È FESSO

Battute da cappio al collo
Battute da cappio al collo

L’italiano, però, sarà anche un analfabeta funzionale come dice l’Ocse…

Ma ha ben capito che gli 80 euro in busta paga, piuttosto che il bonus insegnanti, e la mancia ai diciottenni o la stessa abolizione dell’Imu non possono durare se fatti a debito e quindi…

Quindi non spendono, ma mettono via, se riescono, in previsione che vengano improvvisamente tolti (come accadrà prima o poi).

Insomma, il cavallo su cui puntare era quello giusto, ma il modo è stato completamente sbagliato.

PERCHÉ SI È DECISO DI NON TAGLIARE LA SPESA CORRENTE

Per chiudere questa prima parte, accenno al tema che si collega a questo di oggi come il cacio sui maccheroni: in settimana approfondiremo le slide relative ai risparmi di spesa e al mondo del lavoro.

E si continua a brindare, tanto tutto passa
E si continua a brindare, tanto tutto passa

Perché ancora debito e non la cosa più ovvia? Perché tagliare la spesa corrente, secondo i nostri eroi, si paga nelle urne (ma come dimostrano altri Paesi non è affatto vero e lo vedremo prossimamente).

Per questo motivo non l’hanno toccata, tagliando invece ulteriormente la spesa in conto capitale, ovvero gli investimenti.

Tagliare gli investimenti significa produrre un danno alla nazione, ma è un danno che si evidenzia nel medio/lungo periodo, quando il governo che fa questa scelta non sarà chiamato a risponderne perché non più in carica.

Questo ragionamento lo fa Renzi, ma lo hanno fatto tutti i governi degli ultimi 40 anni e i risultati si vedono. Perchè la Dc in fondo non è mai scomparsa.

[Massimo Scalas]

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