IN QUESTA SETTIMANA abbiamo avuto l’ennesimo indizio a riprova che gli universi paralleli esistono e fanno danni, soprattutto in Italia.
I PADOAN DIVERGENTI
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Nel nostro universo abbiamo appena letto il Def (Documento di Economia e Finanza), all’interno del quale troviamo questa mirabolante previsione.
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Come vedete Padoan & Soci, prevedono uno spettacolare raddoppio del commercio internazionale.
Poi però, nell’Universo delle “cose come sono”, prendiamo atto che il Padoan che lì vive, soffre e lotta per i nostri fratelli paralleli, così si esprime a proposito due giorni fa: “Il commercio internazionale sarà pauroso per il 2017” confortato in questa previsione perfettamente in linea col Def dal ministro Calenda, il quale prevede nel 2017 “un crollo del commercio internazionale”.
SPIEGAZIONI

In effetti nel nostro surreale universo, siamo ancora in attesa che il Padoan ottimista ci spieghi il Def, tanto per capire quali sono i criteri con il quale è stato redatto. Probabilmente questo avverrà domani, martedì, dopo che lo stesso ne avrà discusso con il Padoan parallelo.
In particolare siamo ansiosi di capire come un Pil tendenziale allo 0,6% possa elevarsi all’1% nel 2017.
Saranno i commerci che esplodono, come scritto nel Def? Saranno i commerci che implodono, come da dichiarazioni di Star Trek Padoan, ma che vengono compensati dall’euforia popolare scatenata dal mancato aumento dell’Iva?
Intanto quel che è certo è che i commerci mondiali, per la prima volta da tantissimi anni, crescono meno del Pil.
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Assistiamo infatti a un ritorno massiccio del protezionismo, che si somma alla crisi dei “Paesi emergenti” e alle conseguenze che iniziano a manifestarsi, di una Brexit, condotta da dilettanti allo sbaraglio.
Secondo Padoan 1 il mancato aumento dell’Iva provocherà un’impennata dei consumi che balzeranno dallo 0,4% attuale all’1% in men che non si dica; inoltre, non si sa perché, il buon Padoan vede un boom degli investimenti nel settore edile e dell’industria.
Perché? In base a quali studi? Quali dati e provvedimenti inducono a questo ottimismo? Non si sa, si può ipotizzare: il piano Casa Italia, la ricostruzione post-terremoto (con un migliaio di case da ricostruire Padoan pensa dunque di risollevare l’intera edilizia nazionale? Qui o su Orione?), o forse il libro dei sogni del piano industria 4.0?
Vediamo le carte, se le hanno, e poi vi diremo.
Intanto quel che sappiamo del piano industria 4.0 non lascia presagire niente di buono, infatti uno dei provvedimenti “qualificanti” sarà di permettere agli sponsor, ai finanziatori delle start up (le aziende innovative create da giovani e non con finanziamenti di sponsor privati e pubblici), di dedurre dalle tasse le perdite eventuali generate nei primi anni dalle stesse.
Non so a voi, ma a me questo puzza di scappatoia per consentire a molti di eludere le tasse… conoscendo i nostri polli e i giochetti di cui sono capaci con l’aiuto di un abile commercialista.
SAVE THE SCALFARI
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Intanto però, in uno dei due universi, scegliete voi quale, un uomo chiamato Scalfari, per anni sopravvalutato direttore di giornale di partito (quello di De Benedetti), la Repubblica, fatica a trovare pace con se stesso, e propone al popolo riunito la seguente genialata per risollevare i conti pubblici: una bella patrimoniale pari a 90 miliardi di euro complessivi da estorcere a chi, guadagna più di 120mila euro l’anno. Che così imparano a essere “ricchi”.
Ora, posto che siamo certi che il nostro pensionato d’oro arriverà a stento a 119mila euro, vogliamo aiutare Scalfari a capire perché in questa vita gli è andata di lusso a nascere italiano amico dei soliti noti e in questa epoca.
Facciamolo con la formula classica da scuola elementare:
Problema
Matteo deve raccattare 90 miliardi di euro per comprare le caramelle, non sa come fare ma poi legge Eugenio Robin Hood e quindi assale i 270mila italiani (su 40 milioni di contribuenti) che guadagnano più di 120mila euro l’anno.
Domanda
Considerato che, ora, questi italiani versano al fisco italiano 21 miliardi su 151, pari a 77mila euro l’anno ciascuno; e che a Matteo serve che ne caccino altri 90: quanti ne devono scucire, cadauno, in tutto, per far contento l’Eugenio e felice Matteo? E perché nessuno risponde all’Eugenio (Scalfari)?
Risposta
I riccastri dovrebbero sganciare 411mila euro cadauno, ovvero 3 anni e mezzo del proprio reddito o, a scelta, una casetta al mare, con piscina e prato all’inglese.
Nessuno risponde all’Eugenio perché non si può rispondere a chi non sa far di calcolo (come l’asino di Chiambretti).
WORLD ECONOMIC FORUM
Sarà perché tale “intellighenzia” da decenni imperversa sulle fragili menti dei nostri giovani e meno giovani, ma a me non pare casuale che il World Economic Forum (per codesta intellighenzia il diavolo) ci mette anche quest’anno in una posizione di assoluta mediocrità, in fondo alla lista dei Paesi sviluppati (vedi qua).
LA FUFFA CHE TUTTO TRAVOLGE

D’altro canto, come potrebbe essere diversamente, in un Paese che da giorni si accapiglia sulla denominazione da dare a un referendum (oltretutto perdendo di vista la sostanza con i grillini, paladini della democrazia diretta che ora vorrebbero far annullare una consultazione referendaria impiccandosi su cose cui non frega niente a nessuno)?
Questa gente passa il tempo a cazzeggiare sul nulla, mentre gli investimenti, già scarsi, a torto o a ragione si sono bloccati, in attesa del referendum (sì cari, non ci crederete ma è così, e vi daremo conto delle implicazioni economiche del referendum prossimamente).
Intanto le “good bank”, beh, delle good e meno good banche italiane vi diciamo domani.
La situazione va in un senso per nulla favorevole ai vostri risparmi.
[Massimo Scalas]
[Fonti: Mef, Sole 24 Ore, Repubblica, Phastidio.net, Twitter]