wonderland italy. «HOUSTON, ABBIAMO UN SURPLUS!»

Partito per uccidere il drago tedesco, fece fuori se stesso e il suo Paese...
Roger Rabbit, partito per uccidere il drago tedesco, fece fuori se stesso e il suo Paese…

NOTIZIE dall’iperspazio: riassunto della puntata di ieri.

San Giorgio-Renzi è partito, lancia in resta, alla ricerca del Santo Graal che gli permetta di avere quanto debito pubblico vuole senza pagare pegno.

Ma sulla sua strada, si para minaccioso, al suono della musica di Wagner, un enorme Drago Teutonico.

Il nostro eroe, però, non si scoraggia e col suo arco scocca a ripetizione frecce e dardi di ogni tipo. Ma invano.

Il drago pur colpito da un paio di immigrati sul mento, nemmeno vacilla. Ed ecco l’arma segreta: il surplus commerciale tedesco…

PUNTATA NUMERO 3251

HOUSTON ABBIAMO UN “SURPLUS”

Guardate i casi della vita: Renzi non fa in tempo a strillare al surplus commerciale tedesco, a riprova che “e i tedeschi allora?” ha motivo di essere, ed ecco che quei rompiscatole dell’Istat pubblicano i dati relativi alla bilancia commerciale di luglio: uno strepitoso surplus commerciale di ben 7,8 miliardi, che segue i 4,66 miliardi di giugno.

3 sono i miliardi nei confronti dei Paesi Ue. Questo nonostante una flessione delle esportazioni.

Voci di corridoio danno Renzi in procinto di commissariare l’Istat.

https://www.youtube.com/watch?v=1JCiyN-rQR8

Matteo protesta con l’Istat

SORPRESA, SIAMO TERZI!

Italia: terza per surplus in Europa
Italia: terza per surplus in Europa

Accade così di scoprire che siamo al terzo posto nell’euroarea per surplus commerciale e quindi ora siamo nei pasticci: infatti Renzi, i grillini, che stranamente a mio parere senza esserne consapevoli (annamo bene!), stanno dicendo le stesse cose del prode fiorentino, i Fubini e tutti i giornalisti economici della stampa e non, una volta scattato l’effetto “cane di Pavlov”, hanno per giorni ripetuto la litania del surplus commerciale tedesco.

Quindi ora, coerentemente, dovrebbero preoccuparsi del nostro surplus che, come dicevano fino a ieri mattina a proposito di quello tedesco, “toglie risorse al resto dei paesi dell’Ue”.

MA C’È DELL’ALTRO…

Ma non è finita: di solito leghisti e grillini, quando vogliono “argomentare” sulla necessità dell’uscita dall’euro, si limitano a prospettare un mondo incantato in cui la moneta è infinita e infinitamente stampabile per tutti; dove si svaluta alla grande e si esporta a gogo (naturalmente silenzio totale sui costi che esplodono per importare le materie prime di cui siamo sprovvisti e che si pagano in dollari; e silenzio sul debito pubblico denominato in euro e da ripagare con la liretta ipersvalutata).

Ma quando fanno i sofisticati, tirano in ballo, loro e anche i piddini, la storia di un differenziale inflattivo a nostro sfavore causato dall’euro e dal surplus tedesco.

Se questo fosse il motivo, non saremmo il terzo Paese per surplus.

IL DIFFERENZIALE INFLATTIVO

La prova che con l’€ il differenziale si è ridotto
La prova che con l’€ il differenziale si è ridotto

Cos’è il differenziale inflattivo? Prendiamola larga: nel mondo globalizzato, tutti cercano di essere competitivi, uno dei modi preferiti è attraverso la svalutazione della valuta nazionale.

Coma si ottiene la svalutazione?

In tre modi:

  • stampando moneta – ed è quello che stanno facendo un po’ tutte le banche centrali, attraverso il Qe
  • vendendo valuta, in quanto la valuta è una merce come un’altra e può essere comprata o venduta rispetto a un’altra valuta.
    È quello che accade nel mercato Forex, dove ogni giorno vengono scambiati 8mila miliardi di dollari in valute varie (che è poi il mio settore specifico)
  • oppure, all’interno di un’area rigida come l’eurozona, attraverso l’inflazione interna ai singoli stati
    Per capire: poniamo che nell’anno 2000 l’inflazione fosse pari a 100 in Germania e 100 in Italia. In dieci anni in Germania l’inflazione sale del 20% e in Italia del 30%.
    In questo modo si forma un differenziale inflattivo del 10% a favore della Germania, che è in grado di far costare, semplificando, i propri prodotti, un 10% in meno rispetto all’Italia.

Ma dare la colpa all’euro di questo differenziale è come prendersela col termometro quando si ha la febbre.

MOTIVI DEL DIFFERENZIALE INFLATTIVO

Inflazione convergente con l’€
Inflazione convergente con l’€

Con buona pace dei grillini, di Renzi, dei leghisti, dei giornalisti di gran nome, il differenziale inflattivo non lo crea la moneta, che è la stessa per tutti: e mi sembra tanto ovvio, che mi pare di essere stupido a spiegarlo.

Ecco perchè: intanto, i differenziali di inflazione non possono essere attribuiti all’euro perché preesistevano ampiamente all’ingresso in esso e, anzi, da quando è entrato in vigore l’euro, si sono ridotti.

E allora? Allora care cicale, accade che negli anni 80 e poi nei primi 90, quando la Germania era il malato d’Europa e noi invece sembravamo destinati al bengodi eterno, con i salari che crescevano in modo impetuoso, loro varavano politiche draconiane per contenere il costo del lavoro.

Aumentavano la produttività e tenevano bassi (relativamente, si capisce) i salari, facevano riforme anche dolorse, che sono costate per esempio la rielezione a Schröder.

Oggi però volano, mentre noi, arranchiamo. Per questo motivo. Non per l’euro o per il surplus commerciale, a proposito del quale occorre dire che siamo davvero persi se chi governa, inverte le cause con gli effetti, scambia il termometro per la febbre e con argomenti così palesemente irrazionali e non pertinenti arringa la gente.

CI SI METTE ANCHE BECCHI

Paolo Becchi
Paolo Becchi

La cosa che, personalmente, da votante dei 5 Stelle, mi stupisce sempre più negativamente, è constatare che in fondo, anche i 5 Stelle, si adeguano a questi argomenti sballati, unendosi al coro dei leghisti e dei piddini.

E il bello è che tutti credono di dire cose diverse. L’ultimo sfondone l’ha tirato oggi Becchi, noto personaggio vicino ai 5 Stelle assurto al ruolo di economista in virtù di pareri strampalati.

Intervistato da Libero, Becchi ha confuso il Tier (che noi abbiamo spiegato tempo fa) con il leverage.

Il primo è semplicemente il patrimonio di base di una banca, il secondo invece è dato dal rapporto tra patrimonio di una banca ed esposizione finanziaria.

UN ALTRO DATO DESOLANTE

Vi basta per oggi?
Vi basta per oggi?

Per concludere, chiudiamo col dato delle vendite al dettaglio italiane:

  • su base mensile a luglio: -0.3% rispetto a +0,3% di giugno
  • su base annuale a luglio: -0.2% rispetto a +0.8% di giugno

Sicuramente la colpa è dei tedeschi.

[Massimo Scalas]

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