wonderland Italy. LA FINE DEL MONDO E IL PAESE DELLE MERAVIGLIE. 2

Ecuador: legato al dollaro da un bel cappio

È DUNQUE più che mai opportuno passare dalle favole in salsa guevarista alla realtà.

La realtà di un Paese, l’Ecuador, che a causa di governi corrotti, padronali e dittatoriali, si è creato, nei decenni, una fama infima in quanto a solvibilità e mantenimento degli obblighi.

In parole povere si parla di un Paese che, pur disponendo di ricchi giacimenti petroliferi, affama il popolo praticamente da sempre e non onora i propri debiti. Cosa c’entrIno potenze straniere e bieche multinazionali, solo Grillo lo sa.

In ogni caso vogliamo venirgli incontro e informarlo di un fatto clamoroso: l’Ecuador non ha una moneta sovrana, ma utilizza il dollaro, il che non è male per uno Stato che “è tornato ad essere uno Stato sovrano”.

E utilizza il dollaro a causa di anni lunghissimi di iper inflazione che avevano reso inutilizzabile la moneta locale, cioè carta da sedere. Non so se questo suggerisce qualcosa ai fans del ritorno alla lira “durante il weekend, che poi vedrete che lunedì da leoni”.

Ma la domanda che a questo punto va appagata è: ma possibile che questo Correa sia così scemo come lo dipingono i grillini? Vediamo: secondo dati della banca centrale ecuadoregna nel 2016 il Paese ha fatto segnare un avanzo commerciale di 1,2 miliardi di dollari, il primo dal 2012.

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Questo fatto, unito all’inconsistenza e alla superficiale preparazione dello stesso Grillo in materia, è sicuramente all’origine della tromboviolinata: non si sono evidentemente curati di andare a vedere come si è originato tale avanzo. Del resto come non capirli… una noia mortale leggersi due dati in croce e metterli insieme!

E allora ve lo spieghiamo noi: nel 2016 le esportazioni sono diminuite dell’8% in valore, per effetto del calo del prezzo del greggio, sul quale Correa aveva basato le sue fortune (vi informo grillini, che l’Italia contrariamente all’Ecuador non galleggia sul petrolio).

Le importazioni sono crollate del 24% in valore. Da qui l’avanzo creato da un’economia in contrazione e non in espansione come si narra nel Paese delle meraviglie a 5 stelle. In pratica sono crollate di più le importazioni rispetto alle esportazioni e questo crea l’avanzo.

IL RIBELLE CORREA

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Quanto sopra deriva dal fatto che il governo dell’Ecuador ha attivato alcune misure di salvaguardia previste dall’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), che hanno consentito di imporre dazi “autorizzati” sulle importazioni per permettere a un Paese che utilizza una moneta straniera (il dollaro) come mezzo di scambio interno, di fare fronte al crollo delle entrate valutarie originate dal crollo del petrolio.

Ma Correa non era quello della lotta ai poteri forti? Come? No, Di Stefano… Il Wto non è la lega professionistica di pugilato americana… Se ne sono sicuro? Sì, tranquillo!

Ma è proprio il Correa grillino quello che per far quadrare i conti ha operato un drastico taglio dell’investimento pubblico? Tagli a due cifre, dazi alle importazioni e conseguente crollo dei consumi interni – e avanzo commerciale ottenuto in caduta libera. Che sia questa la decrescita felice grillina?

MARIO MONTI ♦ CORREA

Ma andiamo avanti: il pasionario Correa, che pare tenga in camera da letto una foto santino di Mario Monti, nel 2014 ha fatto approvare una legge che ha posto un tetto del 40% al rapporto tra debito pubblico lordo e Pil. L’iniziativa di Correa serviva a ricostituire credibilità verso i mercati internazionali.

MATTEO RENZI ♦ CORREA

Lo scorso ottobre, tuttavia, lo stesso Correa, affamato di dollari, ma trovandosi prossimo al tetto autoimposto del 40% di debito-Pil, ha deciso di escludere dal calcolo il debito pubblico nei confronti di entità statali.

In tal modo, il rapporto debito pubblico (divenuto netto) su Pil è crollato al 26%, permettendo di fare nuovo debito estero.

Pare che Correa tenga appesa nel proprio bagno una foto santino di Matteo Renzi.

CONCLUSIONE

«Io mi faccio un the… E mi raccomando: vivete modestamente, abbandonate il superfluo!» (le tromboviolinate di Grillo)

Quindi, ricapitolando, abbiamo, nella realtà, un Paese poverissimo che galleggia sul petrolio, con un crollo economico in corso a causa delle politiche di Correa, che sono un misto di austerity (per il popolo), trucchi contabili, emissione massiccia di debito (i titoli di stato a rendimenti stratosferici, visto che nessuno si fida dell’Ecuador) e accordi con i nemici imperialisti del Wto.

Il tutto tenuto in piedi dall’assimilazione del dollaro a moneta nazionale.

Non male per un Paese sovrano, non male per uno che lotta e vive con Grillo contro i poteri forti!

Adesso basta, urge un teino a Cala Volpe…

[Massimo Scalas – 2 Fine ]

[Fonti: Blog delle Stelle, Wto, Mario Seminerio]

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