wonderland italy. LA TEORIA DEL MULTIVERSO APPLICATA A PADOAN

Multiverso. Dove starà Padoan?
Multiverso. Dove starà Padoan?

QUESTA SETTIMANA voglio occuparmi di scienza. Da Einstein in poi gli scienziati stanno studiando le più disparate ipotesi che ci portino a superare le attuali conoscenze circa la struttura dell’Universo.

Una di queste è la teoria del Multiverso. In parole semplici ecco come si presenta:

“In fisica moderna il Multiverso è un’ipotesi che postula l’esistenza di universi coesistenti fuori del nostro spazio-tempo, spesso denominati dimensioni parallele; è la possibile conseguenza di alcune teorie scientifiche, specialmente la teoria delle stringhe e quella delle bolle (inflazione caotica)”.

In realtà almeno a livello filosofico è dall’antica Grecia che i dotti e sapienti (come cantava Edoardo Bennato) si scervellano su questa ipotesi… Sciocchini tutti quanti, bastava chiedere a noi italiani e avrebbero risparmiato tempo e denaro. Infatti in Italia, c’è un uomo, un economista prestato alla politica, con la preghiera da parte di Economia che non gli venga mai reso indietro.

Il suo nome è Padoan. Egli vive e opera in una dimensione parallela e perciò non destinata ad incontrarsi mai con quella degli italiani.

Consiglio dei ministri nel Multiverso
Consiglio dei ministri nel Multiverso

Da là, fa il ministro dell’economia. Ed è la dimostrazione vivente che il Multiverso esiste, le dimensioni parallele pure: penso che da oggi Hawking (l’astrofisico) e soci possono serenamente abbandonare le ricerche e dedicarsi al bridge.

Voi mi direte fuori le prove! Eccole.

Dichiarazione di Padoan numero 1 dall’ultraspazio:

“L’economia italiana cresce proporzionalmente più di altre, sostenuta dalla domanda interna proprio perché i consumi hanno ricevuto una spinta dagli 80 euro” (Pier Carlo Padoan, intervista al Corriere, 8 maggio 2016).
Risposta dalla realtà terrestre di questo Universo (l’avevo messa la settimana scorsa… trattasi dell’andamento del Pil nell’eurozona dall’avvento di Renzi I nel 2014 d.C.).

[Fonte Reuters]
[Fonte Reuters]
Dichiarazione di Padoan dalla dimensione omega numero 2:

“Il fondo Atlante funziona e le banche italiane ora sono solide”.
Risposta dai mercati mercoledì 11, giorno della dichiarazione in conferenza stampa da Marte: le banche italiane sono crollate in borsa in un range compreso tra il 7 e il 14%.

PIL ITALIANO: GLI UTLIMI RESTANO ULTIMI

In effetti in settimana è uscito il Pil trimestrale italiano che segna un +0.3% rispetto al +0.2% del trimestre precedente.

Abbiamo anche il preliminare del Pil annuale del 1° trimestre a un +1% rispetto al +1.2% previsto dal Governo e sul quale è stata impostata l’ultima finanziaria.

Indubbiamente meglio uno 0,3% che interrompe il conto alla rovescia della seconda parte del 2015 che niente, ma la crescita italiana è la metà esatta della media Ue, che si attesta al +0.6% con la Germania che fa un bel +0.7% nel primo trimestre. E qui torniamo nella quarta dimensione.

LA QUARTA DIMENSIONE DEL DUO PADOAN-RENZI

E LA SVOLTA TEDESCA: FINE DEGLI ALIBI

Nella quarta dimensione Padoan è sposato con Renzi (ecco il perché delle unioni civili…) e insieme raccontano ai giornali dell’iperspazio come Il Corriere della Sera (in compagnia di una Tequila di troppo) che la colpa della nostra situazione è dei tedeschi, che impongono l’austerità e che con il loro surplus commerciale infrangono i trattati europei.

Dotta citazione universale
Dotta citazione universale

Bene, guardiamo allora la composizione del Pil tedesco in questo inizio anno. Sorpresa (anche per me)! Il Pil è stato trainato, udite, udite, dai consumi interni. Sissignori.

I tirchi si sono convertiti: a Natale hanno ricevuto la visita del Natale passato, di quello presente e di quello futuro. Si sono spaventati a morte e si sono messi a spendere.

In compenso le esportazioni sono diminuite riducendo quello che sarebbe potuto essere un numero del Pil da boom economico. Quindi, l’alibi numero uno di Renzi e Padoan non esiste più. Non ci credete? Ecco le prove:

Statistiche
Statistiche

Quanto al numero due, quello sull’austerità imposta dai tedeschi, i due ultradimensionali che ci governano, non ricordano mai di ammettere che è dal 2014 che ci viene concessa flessibilità e nuovo debito. E il risultato è che oltre a essere in fondo alla classifica della crescita, abbiamo toccato il record storico del deficit pubblico, arrivato a quota 2228,7 miliardi di euro: pare che in Europa si stia alzando più di un sopracciglio in merito alla nuova richiesta di flessibilità e di fronte alla nostra manovra economica tutta spese e niente coperture.

A questo punto è facile capire perché i metalmeccanici tedeschi abbiano ottenuto negli ultimi 21 mesi un aumento del 4.8% dei loro stipendi e i nostri siano fermi al palo: è facile capire la differenza che passa tra un paese ben governato e uno dove il ministro delle finanze e il capo del governo vivono così palesemente all’interno di un racconto tutto loro, ma di nessuna attinenza con la realtà.

MA NON SI VIVE (E MUORE) DI SOLO PIL

Ma c’è qualcosa che conta, quanto il Pil, ed è l’inflazione: se è alta erode il potere d’acquisto dei redditi fissi, se non c’è, crea grandi problemi al Pil nominale. Infatti se l’andamento dei prezzi cala, ovviamente, il Pil che non è altro che l’indicatore della ricchezza prodotta da un Paese, ne risente e dunque ne risente anche il rapporto deficit/Pil.

il sindacato dei metalmeccanici tedeschi
Il sindacato dei metalmeccanici tedeschi

Ovvero ne consegue che in presenza di deflazione, le nazioni che ne sono colpite sono costrette ad inseguire un avanzo primario di bilancio elevato per mantenere tale rapporto in equilibrio.

Cosa è peggio? Beh, per noi italiani non c’è problema, perché tanto gli stipendi, vista la bassa produttività non possono salire e la deflazione, come attestano i dati di questo mese, inizia a colpire duro. Un bel mix che vediamo nei dati:

Ipc (indice prezzi al consumo) annuale mese di aprile : -0.5/ come a marzo

Ipc mensile mese di aprile: -0.1% come mese precedente.

E ALLORA VAI CON L’HELICOPTER MONEY

Mario Draghi in un volo di prova
Mario Draghi in un volo di prova

Quindi… Quindi che si fa? Cresciamo la metà rispetto all’eurozona, abbiamo la deflazione che morde e erode gli utili aziendali, la Germania ci ha fregato perché i consumi interni sono ripartiti e quindi non si può più raccontare favole (in questa dimensione: nell’altra ovviamente si continua), non ci resta che l’Helicopter money, ovvero la soluzione che Renzi e soci iniziano a tenere in caldo sotto il cilindro.

In sostanza la proposta è questa: dare più soldi a cittadini e imprese tagliando le tasse. Finanziando questa operazione attraverso creazione di moneta da parte della Bce diretta ad acquisti incrementali di debito pubblico. In poche parole; tornare al concetto di monetizzazione del debito a opera delle banche centrali  (Sole – 24 Ore).

Quindi la Bce si sostituirebbe agli stati nella materia della politica fiscale. A me pare una cosa da ultima spiaggia e non è nemmeno sicuro che funzioni; come gli 80 euro di bonus in Italia dimostrano, la gente se non è convinta che un’agevolazione sia strutturale, permanente… i soldi in più non li spende ma li risparmia.

E LE GOOD BANK? NON BENE GRAZIE!

Ve le ricordate le famose good bank nate dalle ceneri di Banca Etruria, Banca Marche, Cari Ferrara e Cari Chieti? Bene, devono essere vendute. In Italia nessuno le vuole, le uniche manifestazioni d’interesse vengono dall’estero, ma non da parte di altre banche.

Vengono dai private equity ovvero, fondi d’investimenti più o meno speculativi. Auguri e figli maschi! In ogni caso, per queste banche aumentano ancora le sofferenze ed è previsto che restino in rosso almeno fino al 2018.

UNA BUONA L’HA FATTA

Per chiudere devo però dirvi che non tutto ciò che viene dall’iperspazio è da buttare: Renzi ha nominato il successore della Guidi al Ministero dello sviluppo economico.

Trattasi di Carlo Calenda (https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Calenda).

Già viceministro, e poi ambasciatore all’Ue, non fa parte del Giglio magico: Renzi aveva finito gli amici del Bar Sport di Rignano e quindi ha pensato a lui, che si è dimostrato sino ad ora bravo, preparato e che da viceministro ha dimostrato di conoscere la materia e di applicare ricette valide, e di buon senso.

È gradito alle imprese e questa è già una notizia. Speriamo…

[Massimo Scalas]

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