IL SIGNOR ROSSI E GLI AMERIKANI
Oggi facciamo un salto nella nostra amata Toscana.
L’Italia è un Paese dove ogni anno si spendono 15 miliardi di euro in maghi e cartomanti e altrettanti in slot machine.
Il resto va a sky calcio.
Sarà per questo motivo che ogni giorno ci tocca ingoiare una panzana, a volte sotto forma di verità rivelata dai depositari del Santo Graal grillino, a volte sotto forma di truce invettiva da parte dell’Highlander Salvini, più spesso tramite discorsi apparentemente sofisticati e plausibili. Che si basano sull’ignoranza: la nostra.
A questa ultima categoria appartiene il Granduca di Toscana Enrico Rossi.
È uno che da anni viene votato per dire cose come questa a proposito di Mps e delle banche italiane in difficoltà: “Io l’avevo detto un po’ prima.
Secondo me imitare Bush, non Obama, e fare un intervento di nazionalizzazione delle banche e, successivamente, di reimmissione sul mercato per salvarle, forse sarebbe la strada più diritta e più liberale” (Ansa, 30 novembre 2016).
Già, lui l’aveva detto prima.
E siccome la cosa era passata inosservata era meglio non ricordarcela.
Infatti qui trovate cosa è davvero successo in Usa.
BASTA LEGGERE WIKIPEDIA
Se ogni tanto il signor Rossi leggesse qualcosa di diverso dai suoi discorsi, si sarebbe accorto che in Usa Bush ha obbligato le banche a emettere azioni sottoscritte dal Tesoro.
Titoli di debito con tasso d’interesse del 9%, serviti per rafforzare il capitale di banche rimaste in mano ai privati.
I rimborsi, dato il tasso da usurai, avverranno nel giro di pochi mesi e nel 2012 nessuna banca americana deterrà più titoli del tesoro Usa.
Come vedete nessuna nazionalizzazione e le banche non abbandonarono mai i mercati e dunque non vi furono mai riammesse.
E allora? Allora nulla. Nessuno dice nulla e va bene così.
Buon inizio settimana!
[Massimo Scalas]
[Fonti: Ansa, Mario Seminerio]