wonderland italy. VOGLIO UNA TROIKA… SPERICOLATA

Indovinate chi ha offerto il pranzo e con i soldi di chi

CREDEVO di aver finito ieri, ma certe dichiarazioni gridano vendetta al cospetto di Dio.

SURREALISMO

La vicenda dei voucher è emblematica di una classe politica incapace di tenere il timone di un Paese che ormai naviga dove lo porta il vento.

Gente a volte incapace a volte corrotta, spesso tutte e due le cose insieme, governa il Paese, le Regioni, le città.

I signori vanno dove li porta l’intestino. Nessuna traccia di cuore e men che meno di cervello.

Il merito delle cose, i numeri lì belli netti, che da anni rifilano sonori ceffoni, non sono valutati e, nel caso, nemmeno capiti.

BASTA REFERENDUM

Profondità di pensiero della politica italiana

Un classico esempio è l’uso scriteriato e anticostituzionale (visto che lor signori quando non ci si puliscono il sedere, sproloquiano di Costituzione diciamo le cose come stanno!) dell’istituto del referendum, che, detto per inciso, negli ultimi 25 anni, salvo quello sull’acqua (il cui esito non è stato rispettato), e poco altro, non ha mai ottenuto il quorum necessario.

E sapete perché va così? Perché i politici non decidono sulle questioni fondamentali che riguardano la vita delle persone.

Loro si occupano prevalentemente di come preservare le loro seggiole (vedi riforma del Senato che ha occupato il Parlamento per quasi 3 anni) o di come salvare i condannati in via definitiva (vedi Minzolini) o evitare le dimissioni di Ministri indagati (vedi Lotti).

I referendum italiani…

Lasciano marcire in aula tutto il resto (vedi testamento biologico, legge sul bullismo minorile, riforma della giustizia, riforma fiscale…).

Accade così che si facciano ridicoli referendum sulla Giostra solo perché il Sindaco non ha il coraggio di assumersi fino in fondo le sue responsabilità: eppure è pagato per farlo. Oppure, a livello nazionale, si propongono referendum che per la loro natura estremamente tecnica non andrebbero lasciati alla valutazione di chi nella vita fa il fruttivendolo, l’insegnante, l’operaio, il bibliotecario, il commerciante… Insomma il cittadino comune, che paga fior di stipendi a questa gente perché governino.

Il referendum è per sua natura uno strumento di indirizzo generale: non deve essere chiesto ai cittadini di entrare nei meccanismi tecnici legati agli appalti!

CGIL, UN POTERE NEFASTO

La Cgil contava sul referendum anti Jobs Act (perché questo era in origine) per ottenere il quorum, ribaltare l’eredità su questo del governo Renzi, incidere profondamente nella lotta apertasi nel Pd.

Eppure, malgrado la Cgil sia stata disarmata sull’articolo 18 dalla Corte Costituzionale, pare proprio che vinca comunque.

Il futuro nel Paese della Cgil

E allora bisogna dirlo chiaro. La Cgil con questo referendum esprime con estrema chiarezza la volontà di riportare il già traballante mondo del lavoro italiano indietro di almeno 50 anni, in un illusorio tuffo nel passato che non torna, fingendo di ignorare che il mondo è cambiato e che Paesi come il nostro sono destinati a rotolare giù dagli scalini del benessere nei prossimi anni, se questo è l’andazzo.

La Camusso ignora palesemente la realtà espressa dai numeri, i quali mostrano che tale strumento ha effettivamente intaccato la montagna del lavoro nero italiano.

Rifiuta l’evidenza che per la stragrande maggioranza di quei lavori non si farà mai un contratto regolare! Respinge l’idea stessa che un lavoro dignitoso sia oggi espressione di una società flessibile e in continua trasformazione, non ingessata in un ideologia sovietica.

I NUMERI PARLANO CHIARO

E vediamoli questi numeri.

Esiste uno studio accurato dell’Inps del 2015. Vediamo chi è che usufruisce dei voucher:

  • 10% pensionati
  • 55% sono coloro che hanno già un altro lavoro e gente disoccupata o in cassa integrazione: è evidente che usano i voucher per arrotondare con lavoretti occasionali per i quali non esiste la possibilità di un contratto

A questo punto è anche utile ricordare che i percettori di voucher rappresentano l’8% del totale degli occupati

Posto che questo 65% rappresenta tipologie di lavoro occasionale che prima venivano pagate al nero, e che nel 2015 sono stati 1 milione e 600mila i lavoratori che sono stati retribuiti in questo modo, ciò significa che almeno 900mila persone, che prima lavoravano al nero, senza diritti e senza contributi, ora li hanno.

Fa così schifo al sindacato? Dobbiamo arguire che la Camusso e i compagni sono favorevoli al nero, al caporalato, all’evasione fiscale?

LOTTA DI POTERE
SULLA PELLE DEI CITTADINI

Dunque non si capiscono davvero le motivazioni che spingono la Cgil a una puttanata del genere, se non pensando alle lotte di potere che ogni giorno fanno a brandelli questo Paese. Ci sono evidentemente degli abusi sull’uso del voucher. Perché se è perfettamente normale che tale strumento, in un Paese a vocazione (?) turistica, venga utilizzato nel settore turistico, nei piccoli lavori familiari, nel commercio, forse non lo è nell’edilizia e in agricoltura, dove massicciamente si è ricorso a tale strumento.

A quando l’ingresso dell’Italia nel XXI Secolo?

Ma un conto è correggere, un altro abolire: il governo Renzi tra l’altro (qualche cosa di buono ha fatto), aveva introdotto la tracciabilità dei voucher, cosa che ha drasticamente abbattuto l’uso distorto di questo strumento: quindi appare davvero assurdo e surreale questo dibattito con il quale, come sempre, le persone vengono distratte da ciò che conta: tasse altissime, che lasciano vuoti i portafogli, che lasciano le aziende con margini risicatissimi, che impediscono investimenti e sviluppo, ma che servono a mantenere papponi di Stato e caste di cui la Cgil è parte trainante.

CONCLUSIONE

Restiamo un Paese culturalmente arretrato, indisponibile a mettersi alla prova, alla competizione, al sacrificio.

Le casse però sono vuote: io non voglio i grillini, voglio Draghi, la Troika, i tedeschi, che li prendano a pedate nel culo per permettere, a chi sa fare, di fare e costringere chi sa solo parlare a non fare più danni.

P.S. – La signora Camusso, per la cronaca, è una non laureata in archeologia (nun gliel’ha fatta), che non ha mai lavorato un giorno in vita sua, entrando nel sindacato quando ancora studiava (https://it.wikipedia.org/wiki/Susanna_Camusso): e guadagna (fonte Cgil) circa 4mila euro netti al mese.

Fate vobis!

[Massimo Scalas]

[Fonti: Inps]

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