LA LIQUEFAZIONE DELLA GRAN BRETAGNA
Finita la baldoria, dato a Farage ciò che è di Farage (il titolo di imbecille dell’anno), Teresa May cerca ora un brillante scrittore di successo, genere fantasy, che la aiuti a dare un racconto inverosimile ma plausibile al popolo inglese sul perché il Regno Unito si appresti a lasciare l’Ue mantenendo in piedi tutti i motivi per cui se ne vogliono andare.
L’Ue è un po’ come Uri Geller, il tipo che piegava i cucchiai senza sbattere una palpebra.
L’inerzia che la contraddistingue ha portato molti a sottovalutarla: ma l’inerzia, la fisica ci insegna, può essere una forza molto potente.
La May voleva trovare gli accordi per il dopo, prima di uscire. Juncker ha risposto: “Prima saldi i conti e poi, ma molto poi, ci accordiamo sul dopo”.
REALTÀ 1 – UK 0
Tanto è bastato alla premier inglese per scendere a miti, molto miti, consigli, se è vero come è vero che si appresta a fare ingoiare questa bella lista di condizioni poste dall’Ue ai sudditi di sua maestà:
- il mantenimento della libera circolazione delle persone
- il primato della Corte europea di Giustizia
- il contributo britannico al budget dell’Unione
In pratica si profila un accordo simile a quello stipulato con la Norvegia.
Come vedete il tutto si sta per risolvere con una tremenda delusione per gli inglesi che hanno votato leave.
Si troveranno in pratica, nelle stesse condizioni attuali ma con il particolare non da poco di non ricevere più un euro da Bruxelles (ed erano tanti, tantissimi): caro inglese, da ora in poi oltre che a pagare, come sempre, ti adeguerai alle norme comunitarie senza più poterle influenzare né tantomeno scrivere, come facevi prima, e ti beccherai pure le sanzioni dalla Corte di Giustizia europea se sgarri.
LA LUNGA TRANSIZIONE
La May sta anche prendendo atto che la transizione dall’Ue alla “totale” (che abbiamo visto non sarà) indipendenza, sarà lunga molti anni, perché ci vuole tempo a rinegoziare singoli trattati con singoli Stati.
LA UE CHE NON TI ASPETTI
Accade così che questa Ue ectoplasmatica all’improvviso si è materializzata in tutta la sua “cattiveria” (confermando in questo che ormai gli interessi economici e gli investimenti fatti anche in termini politici sono così grandi che non verrà permesso a nessuno di lasciarla se non al prezzo di un bagno di sangue in termini economici), approvando una risoluzione negoziale dura, che pone il veto su possibili deroghe da quanto previsto dall’art. 50 (quello che regola l’uscita degli stati dall’Ue).
Quindi Salvini e i grillini farebbero bene a rifletterci, ma penso che non se ne siano nemmeno accorti: cari economisti da bar sport, forse è il caso di iniziare a chiedersi come mai il governo inglese è disposto a negoziare accordi peggiori di quelli che attualmente lo legano all’Ue pur di non perdere il treno europeo.
In più incombe il nuovo referendum scozzese.
Ma chi glielo ha fatto fare…?
[Massimo Scalas]
[Fonti: Financial Times]